Antonio Vivaldi
Cello Concertos
Walter Vestidello, cello
Warner Classic, 2002
Goldberg:
La Libre Culture:
This series of concertos, attributed to years 1708-1712, the initial years of Antonio Vivaldi's compositional career, is astonishing because of the great variety and freshness of this ideas, and because of the unexpected interest of the Red Priest in the violoncello...
Details
Antonio Vivaldi
The Early Concertos for Violoncello obligato
(The Rudolf Franz Erwein von Schönborn collection)
Concerto in la minore per violoncello, archi e basso RV 422
Allegro | Largo | Allegro
Concerto in re minore per violoncello, archi e basso RV 407
Allegro | Largo | Allegro
Concerto in sol minore per violoncello, archi e basso RV 416
Allegro | Adagio | Allegro
Concerto in si bemolle maggiore per violoncello, archi e basso RV 423
Allegro | Largo | Allegro
Concerto in do minore per violoncello, archi e basso RV 402
Allegro | Adagio | Allegro
Concerto in la minore per violoncello, archi e basso RV 420
Andante | Adagio | Allegro
Concerto in re minore per violoncello, archi e basso RV 405
(Allegro) | Adagio | Allegro
Sonatori de la Gioiosa Marca
Giorgio Fava, violino
Roberto Falcone, violino
Judit Foldes, viola
Walter Vestidello, violoncello
Nicola Dal Maso, violone da 8'
Giancarlo Pavan, violone
Giancarlo Rado, arciliuto
Giampietro Rosato, cembalo & organo
Press
...Sette Concerti, scapricciati e funambolici. Restituiti con virtuosismo e giusto carattere spericolato da uno dei nostri migliori gruppi di musica antica, forti qui di un solista con tecnica da brividi. (C. M. "Il sole 24 Ore", 23 febbraio 2003)
Les Sonatori de la Gioiosa Marca en donnent une lecture extrêmement nerveuse dans les mouvements vifs et libre, inspirée, vocale dans les mouvements lents. Les phrasés sont tendus, mais par attendus, les couleurs sont riches et contrastées, avec de beaux effets de matière sonore. Soliste membre permanent de l'ensemble, le violoncelliste Walter Vestidello est extraordinairement présent et intéressant. On sent un véritable travail d'équipe et un bouillonnement detous les instants. Cet enregisistrement donne subitement un coup de vieux aux Coin/Hugwood et Bylsma/Lamon qui dominaient la discographie. (O.B | Le Monde de la Musique, 02/03)
La Libre Culture
De ces sept ouvres en trois mouvements composées entre 1708 et 1712, les Sonatori de la Gioiosa Marca proposent ici une magnifique recréation dans l'esprit chambriste qui présida alors à leur exècution: un seul instrument par partie pour l'orchestre, et un violoncelle (Walter Vestidello) réunissant virtuosité et sens du chant." (N.B. | Belgio, 31/12/2002)
Goldberg
This outstanding recording includes Vivaldi's seven cello concerti…Vestidello, along with the Sonatori ensemble …. his performance must from now on be considered as the reference work for these concerti. ….they shy away from spectacular effects, and approach each work with exemplary rigour. They carefully set out the different layers of sound, and are especially aware of articulation, dynamics and phrasing. The sound they deliver is exceptionally pure. Even though the devilishly quick tempi sometimes compromise the clarity of the themes and the articulation, this recording is still a resounding success. (2002)
...les Sonatori de la Gioiosa Marca donnent une version particulièrement vivante, suprêmement animée du souci de rendre cette musique intelligible au sens premier du mot. Des effets sonores riches en couleurs et en contrastes, une dynamique nerveuse et claire, au service d'une imagination sans cesse bondissante. Quant au soliste de l'ensemble, le violoncelliste Walter Vestidello, il montre à quel point le travail commun est profitable à tous. M.A.R. Le Monde (14/02/03)
Booklet
I primi concerti per Violoncello "obligato" di Antonio Vivaldi nella collezione Rudolf Franz Erwein von Schönborn.
La registrazione raccoglie un gruppo di concerti per violoncello di Antonio Vivaldi conservati nella Biblioteca di Wiesentheid (Bassa Franconia) che appartenevano al Conte Rudolf Franz Erwein von Schönborn, nobile dilettante di violoncello.
Sono tra i primissimi concerti scritti da Vivaldi nella sua carriera compositiva. Il periodo a cui si riferiscono è compreso tra il 1707 e il 1714, periodo in cui si imposero opere come l'Estro Armonico (op.III) e la Stravaganza (op.IV). I concerti risentono di questo straordinario momento creativo del Prete Rosso, dove egli elabora quasi una sorte di dizionario motivico e stilistico, di grande immediatezza e privo di qualsiasi rischio di ripetitività.
E' curioso come tra i primi concerti scritti per uno strumento solista vi sia il violoncello, appena emancipatosi dalla funzione di sostegno armonico (basso continuo) e che questi concerti siano stati commissionati o collezionati da una corte d'oltralpe dove regnava ancora incontrastata, soprattutto trai nobili dilettanti, la viola da gamba.
Ma gli Schönborn erano amanti dell'arte e della musica italiana, in stretto contatto con l'ambiente romano di Arcangelo Corelli e con emissari inviati regolarmente a Venezia per acquistare le ultimissime novità in fatto di edizioni e manoscritti. Il catalogo della loro biblioteca è, soprattutto all'inizio del 1700, un catalogo italiano, con una quasi ossessiva predilezione per il repertorio violoncellistico (120 sonate, 90 concerti per "violoncello obligato" oltre a 40 trio sonate "truccate", cioè con il violoncello al posto del secondo violino !).
Il Conte veniva a Roma per prendere lezioni di violoncello insieme al fratello e ne approfittata poi per acquistare strumenti, libri, corde... I concerti vivaldiani risentono degli influssi giovanili, con atmosfere che ricordano maestri dell'area bolognese come Torelli e Jachini o i fratelli Giulio e Luigi Taglietti dell'ambiente bresciano, ma l'energia e la fantasia sono già quelle del Vivaldi di successo.
La nostra realizzazione discografica restituisce l'equilibrio fonico originale con l'utilizzo di un organico a parti reali, senza raddoppi, questo anche sulla base delle parti staccate conservate a Wiesentheid: una sola parte per strumento (2 violini,1 viola,1 vlc, 1 violone o cembalo). La funzione concertante del violoncello che entra ed esce dalla tessitura del tutti, restituisce il vero significato dell' aggettivo "obligato" presente in tutte le partiture di Schönborn e adoperato anche da Vivaldi: evitando l'uso di un secondo violoncello che comprometterebbe l'equilibrio fonico dell'insieme, si è resa forse quell'atmosfera cameristica tipica dell'ambiente originale e della pratica dell'epoca.
Il Conte Rudolf Franz Erwein von Schönborn (1678 - 1754) - Un „nobile Dilettante di Violoncello“ alle prime battute.
Solo dall’eredità del Conte Rudolf Franz Erwein sono presenti nella biblioteca musicale dei Conti di Schönborn a Wiesentheid vicino a Pommersfeld in Franconia, circa 145 stampe e 500 manoscritti di musica. Tutti i generi di musica sacra e profana, sia vocale che strumentale dei compositori di ogni capitale musicale europea dell’Alto Barocco sono concentrati in questo luogo, e si trovano opere adatte per qualunque organico strumentale. Tra le circa 1200 opere singole ci sono soprattutto 240 sonate per violino (con basso continuo), 120 sonate per violoncello, 300 trio sonate ‘normali’ ed altre 40 molto speciali (cioè con violoncello obligato invece di un secondo violino) e infine 90 concerti per violoncello obligato di cui otto (dei 27) concerti di Antonio Vivaldi.
Come e soprattutto perché un conte tedesco all’inizio del 700 possiede una così vasta collezione di letteratura (manoscritta!) per violoncello?
Il Conte Rudolf Franz Erwein nasce il 23 ottobre 1677 come settimo figlio del Kurmainzischer Obermarschall Melchior Friedrich Reichsfreiherr von Schönborn e di sua moglie Maria Sophie (nata Boineburg) e riceve, come tutti i suoi fratelli, un’ampia educazione. Dal tempo dei suoi studi scolastici ci è rimasto una nota di suo padre („Reglement wie meines sohnes Zeith am besten ahnzuwenden seye“), dalla quale si può capire una programmazione giornaliera molto severa, e nello stesso tempo molto complessa: „dopo pranzo [„fino all’una e mezzo“ - poi cancellato] lui si può divertire con il liuto o la chitarra, prima che arrivi il suo precettore di francese“. Non è sicuro che si tratti di Rudolf Franz Erwein o di uno dei suoi fratelli quando si esercita sul liuto e sulla chitarra, ma più tardi una „teorba“ sarà spesso e volentieri sogetto della correspondenza del conte.
All’età di 16 anni Rudolf Franz Erwein si reca insieme col fratello Damian Hugo a Roma per studiare al Collegium Germanicum per tre anni. Arrivano il 16 settembre 1693 e sostituiscono i loro due fratelli più anziani, Johann Philipp Franz e Friedrich Karl, i quali durante i loro studi hanno partecipato vivacemente alla vita mondana di Roma incontrando tramite il Cardinale Ottoboni, tra gli altri, Arcangelo Corelli, ed hanno svolto intensi studi musicali pratici. Anche i due conti più giovani faranno la conoscenza di Corelli, Pasquini e dell’assistente di Corelli, Fornari (Corelli gli invierà saluti ancora 16 anni dopo). Con due stampe delle trio sonate op. 2 di Corelli e di Vitali del 1696, Rudolf Franz Erwein inizia a Roma di comprare musica in grande quantità, indebitandosi molto presto. Ciò farà arrabiare la sua famiglia in quanto il materiale costava „i doppio o il triplo“ di quello che costava p.e. a Francoforte, come il suo fratello più anziano aveva già scritto alla madre nel 1690...
Tutto il viaggio di ritorno dei due conti (partiti da Roma l’8 dicembre 1695) si dedica all’arte e alle spese di materiale musicale. Assistono ad splendidi accademie musicali e spettacoli d’opera a Firenze, Genova, Milano e Bologna. Lì, durante un soggiorno settimanale, Rudolf Franz Erwein acquista, fra gli altri, le trio sonate op. 2 di Bernardi, op. 1 di Baccaletti, op. 2 di Jacchini ed i Duetti da camera op. 8 di G. Bononcini. Dall’11 al 18 febbraio 1696 - in pieno carnevale - i due fratelli visitano ogni sera un teatro, prima di rimettersi sulla strada del ritorno. Però, è abbastanza improbabile che Rudolf Franz Erwein abbia incontrato a Venezia il diciottenne Antonio Vivialdi, il quale in quel momento è quasi arrivato alla quarta tappa della sua carriera sacerdotale (Akolyth 21.9.1696) e suona regolarmente il violino nella cappella di S. Marco.
Questo soggiorno romano e il viaggio attraverso l’Italia influenzeranno il gusto musicale del Conte Rudolf Franz Erwein per tutta la sua vita. Insieme alle fatture del viaggio di ritorno appaiono le prime indicazioni di uno strumento di sua proprietà: l’11 dicembre 1695 viene pagato un portatore per un violoncello! Contro tutte le tradizioni tedesche de suo tempo Rudolf Franz Erwein non diventa gambista, ma „nobile Dilettante di Violoncello“. È da credere che si sia innamorato del suo strumento a Roma e che vi abbia iniziato gli studi. Ciò succede in un’epoca in cui il violoncello si emancipò gradualmente dal suo ruolo subordinato come continuo e si impose contro la viola da gamba. Poiché esisteva ancora poca musica per violoncello, possono essere giustificati le abbondanti spese di spartiti di Rudolf Franz Erwein da 1694 al 1711. In queste sono presenti 70 edizioni care (soprattutto stampe di Sala a Venezia), principalmente opere di Locatelli, Torelli, Valentini, Gentili, G.M. Alberti, Vitali, Bernardi, Marini, Veracini, VisConti e Bonporti - musicisti nella cerchia delle’Accademia bolognese. Il numero delle opere portate dall’Italia è sicuramente molto più alto di quello provato, visto che tutti i manoscritti sono senza data.
Già nel dicembre 1698 Rudolf Franz Erwein ritorna di nuovo a Roma per un brevissimo soggiorno al servizio diplomatico di suo zio, l’archivescovo di Magonza. Anche durante i suoi studi a Leyden, Parigi e Vienna acquista materiale musicale. Ma in una lettera del 1699 scrive nostalgicamente: „Devo ammettere che mi darei ben volentieri l’onore di godermi una buona musica italiana“.
Dal 1701 la musica consiste un elemento costante nel bagaglio di viaggio dell’impiegatissimo diplomatico imperiale e nuovo padrone del castello di Schönborn-Wiesentheid, dove si trattiene, però, poco prima del 1732. Il „Hauptcassabuch“ (registro delle entrate ed uscite finanziarie) degli Schönborn e la sua corrispondenza sono pieni di riferimenti a riparazioni di una „kleine Paßgeige“ (violoncello piccolo), di una „kleine theorbe“ (teorbino), di un violoncello, come pure ad acquisti di spartiti e strumenti. Quando il fratello Johann Philipp Franz, attuale preposto del duomo di Magonza ed ulteriore archivescovo di Würzburg si reca a Roma nell’estate del 1708 per sedare le discordie tra il Vaticano e la corte imperiale, Rudolf Franz Erwein gli chiede di comprare corde italiane „per la teorba, per il violino ed il violoncello“ e di trovare buoni virtuosi italiani. Si cercava anche un maestro di musica per gli studi del giovane Franz Horneck, un musicista raccomandato agli Schönborn da Agostino Steffani, che Johann Philipp Franz fa imparare a suonare il violino e il cembalo e lo vuole mandare per studi musicali in Italia.
Franz Horneck
Il suddetto Franz Horneck arriva a Venezia il 21 novembre 1708. Ha l’ordine di comprare tramite il commerciante veneziano Regnazig, il „residente“ (console) dell’archivescovo di Magonza, l’ultima opera dei concerti di Albinoni e di proseguire poi per Roma. Molto sicuro di se stesso, Horneck informa il suo padrone di avere intenzione di rimanere per il momento a Venezia e di „studiare il più possibile“. Johann Philipp Franz approfitta del suo disubbidiente musicista ordinandogli di acquistare a Venezia oltre a stampe e copie di musica anche „diversi originali“ e di mandarli all’agente maltese in Augsburgo, Peter Obladen. Vengano nominate opere di Giovanni Durante, Albinoni e Bitti. Una lettera di protesta del segretario prepopositale lascia capire che Horneck non abbia eseguito gli ordini in maniera soddisfacente ...
Franz Horneck rimane quasi quattro mesi nella città lagunare, fino al 16 marzo 1709, prima di andare a Roma. Non si sa nulla dei suoi studi veneziani, ma sembra quasi im possibile che lui non avesse incontrato Antonio Vivaldi in questo periodo - l’attuale maestro di coro e di violino all’Ospedale della Pietà. Nessun viandante veneziano avrebbe perso la possibilità di ascoltarci un concerto, come p.e. fece Federico IV di Danimarca, il quale partecipò entusiasticamente ad un concerto diretto da Vivaldo come solista il 30 dicembre 1708 - dunque, durante il soggiorno veneziano di Franz Horneck.
Tre degli otto concerti per violoncello di Antonio Vivaldi nella biblioteca degli Schönborn furono copiati dalla mano dello stesso Franz Horneck (RV 402, 416, 429). Non si saprà mai se Horneck avesse semplicemente acquistato qualche opera dal giovane compositore, se l’avesse semplicemente copiata da qualche parte, o se - concoscendo il gusto dei suoi nobili padroni tedeschi - avesse addirittura dato a Vivaldi l’idea di comporre concerti per violoncello, molto prima che lui avrebbe scritto tali concerti per la sua Pietà. Horneck stesso comporrà più tardi cinque dei suoi sette concerti (rimanenti) con una parte di violoncello obligato o solistica per Rudolf Franz Erwein. L’Ospedale della Pietà invece impiegherà un professore di violoncello solo nel 1720 - il virtuoso bolognese Antonio Vandini - ed addirittura negli anni 30 il viaggiatore di musica francese Charles de Brosses si meraviglia di trovare nell’Ospedale suonatrici di questo strumento! Possiamo essere sicuri però della data delle creazioni dei sudetti concerti per violoncello: entro 1708/09. Si tratta dunque dei primi concerti relativamente databili di Vivaldi!
Tra il 1708 e il 1713 i fratelli Schönborn si fanno mandare tramite il Regnazig una grande quantità di spartiti da Venezia, soprattuto manoscritti (tutti i concerti di violoncello a Wiesentheid sono manoscritti). Come molti collezionisti del loro tempo anche loro avevano il desiderio di ottenere „rare Stückh“ (pezzi rari), apparentemente per posseder opere che altri non potevano più comprare. Così Johann Philipp Franz esorta Regnazi urgentemente il 27 febbraio 1710 „di impegnarsi a trovare altre rare composizioni di Vivaldi e di mandargliele il più presto possibile....“. Quì appare il nome di Vivaldi per la prima volta nella corrispondenza (esistente!) degli Schönborn. Però Regnazig (?) confonde (almeno una volta?) Vivaldi con un altro compositore, in questo caso con Giuseppe Tibaldi („...dei vohr Ihro Excell. des H.B. Dhomb Probstes Hochw. Gnaden desideirende Opera des Tibaldi /: so ich vorhero von ein quivoque gehallten und von dem Viualdi verstanden...“).
Un’ulteriore grande ordinazione di manoscritti segue due anni più tardi: „alcune delle piu nove e belle Cantate con stromenti V.v. e Oboe se si puotesse, 12 Motetti di chiesa di piu nuovi e rinomati authori come Lotti, Polaroli, Colombani, Quirino etc. Per soprano, Tenore e Base e una dozzena de piu novi Concerti del Vivaldi, Lotti e Polaroli“. Johann Philipp Franz si annota minuziosamente la data dell’invio: „Per questi pezzi è stato scritto al Signor Regnazig il 15 giugno 1712“. Una fattura che Regnazig apparentemente ha messo insieme ad una consegna documenta: „Anno 1712 5. Augusti ... pacchetto mandato in questi giorni, dentro 36 concerti originali e 4 libretti d’opera“. Qui si dovrebbe trattare, tra altri, degli otto concerti ulteriori degli 11 concerti manoscritti di Vivaldi che si trovano a Wiesentheid. La loro creazione si aggira, dunque, prima o durante la prima metà del 1712.
Ancora una volta non è chiaro se Vivaldi avesse scritto alcuni (o tutti i) concerti per violoncello su commisione („espresse“ come lo nominava lui) e riferendosi ai primi tre concerti, secondo i bisogni del suo committente tedesco. Forse si tratta di nuovo solo di concerti già esistenti. Tutti i concerti di violoncello di Vivaldi a Wiesentheid mostranno pur sempre diversi charatteristiche in comune che non li rendono però una vera e propria serie.
Intorno al 1713 smette la corrispondenza esistente degli Schönborn con Regnazig. Parallelamente diventano più frequenti le richieste musicali per Vienna ed ai „compositori di casa“ a Schönborn-Wiesentheid, come p.e. Franz Horneck e Giovanni Platti (l’ultimo scrisse solo 22 concerti di violoncello, 20 trio sonate e 12 sonate per violoncello per il suo padrone). Sotto il Conte Rudolf Franz Erwein il castello di Schönborn-Wiesentheid diventa un centro musicale molto particolare, soprattuto per la muscia da camera. Molti spartiti strumentali nella biblioteca mostrano gravi tracce di uso, al contrario del repertorio vocale. Ciò prova che l’acquisto è stato fatto per uso personale (il conte stesso, la sua famiglia, i servi, funzionari muscali, ospiti). Durante le cure termali estive a Schlangenbad la famiglia si dedica particolarmente ai suoi „divertimenti preferiti .... sparare e fare musica“ e a questi erano invitati anche musicisti professionali. Ma Rudolf Franz Erwein non possiede mai un vera e propria „cappella di corte“ a Wiesentheid. Dopo la morte di diversi familiari - soprattutto di sua moglie e di suo fratello Johann Philipp Franz - il conte diventa sempre più solitario e si dedica quasi esclusivamente alla musica „a due in camera“.
Durante tutta la sua vita Rudolf Franz Erwein si interessa alla musica moderna, anche se non dimentica mai i suoi amati „antichi“ (ancora nel 1731 ordina p.e. opere di Giuseppe Pitoni, anche se gli viene detto che queste non corrispondono più al „buon gusto moderno“). Un cambio vivace di spartiti, strumenti e pensieri su temi musicali si rispecchia in tutta la sua corrispondenza. Meglio dei commenti di musicisti come Walther e Feckler sono testimoniati le sue capacità straordinarie sul violoncello dagli innumerabili e tecnicamente esigenti parti per violoncello nella biblioteca musicale dei Conti di Schönborn-Wiesentheid.
(Traduzione: Sabine Radermacher)
Info
Sources: Ms. Wiesentheid, Gräflich von Schönbornsche Musikbibliotek
Producer: Ysabelle Van Wersch-Cot
Sound engineer: Jacques Doll
Recording location: Gustav Mahler Hall, Dobbiaco, Italy
Recording date: December 14-17, 2000
Product manager: Lee Woollard
Booklet editor: Christian Müller
Graphic design: Thierry Cohen, Paris
Total timing: 65' 36''
Co-Production Westdeutscher Rundfünk [WDR 3] Köln | Regione del Veneto